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d.r.fotografia b&w photography by moreno bacciotti

RICERCA INDIVIDUALE DELLA DURATA DI SVILUPPO OTTIMALE

TECNICA

 

Occorre eseguire una serie di sottoesposizioni partendo dall'esposizione esatta (contro una superficie unita qualsiasi, ad esempio una parete) accuratamente misurata con l'esposimetro.Nella figura il fotogramma n. 1 è la prima sottoesposizione (un diaframma di meno della misurazione fatta); i numeri successivi sonosottoesposizioni crescenti con sempre maggiori chiusure del diaframma.
Si sviluppa questa striscia di 5 - 6 - 7 fotogrammi con lo sviluppatore prescritto dalla fabbrica e con una durata di 
sviluppo maggiorata nella misura del 50 %. Con ciò si tende a verificare quale sia il massimo possibile sfruttamento della sensibilità della pellicola constatabile dal minimo velo di annerimento che si trova nei fotogrammi sottoesposti (nell'esempio il minimo velo si trova nel fotogramma n. 4; il fotogramma n. 5 è bianco).Con questo riferimento, prestabilito una volta per sempre, si possono sperimentare tutte le altre modalità di sviluppo. Ad esempio si vuole saper quale durata minima di sviluppo sia possibile con un bagno diluito. Si fanno gli stessi 5 - 6 - 7 fotogrammi (a piacere), ripetuti più volte. Si sviluppa la prima serie con durata doppia di quella prescritta per il bagno non diluito. Si osservano i risultati, specialmente l'ultimo fotogramma che presenta un velo di annerimento ben distinguibile dalla trasparenza completa. Si sviluppano l'una dopo l'altra le altre serie di fotogrammi con durate di sviluppo sempre minori. Alla fine si constata con quale durata minima di sviluppo non c'è stata perdita di sensibilità, cioè con quale durata minima il minimo velo di annerimento si trova nello stesso fotogramma.


L'illustrazione a sinistra.


La prima serie di prove, con sviluppatore normale, che secondo le prescrizioni della fabbrica doveva essere usato con la durata di 7 minuti, prolungando la durata di sviluppo fino a 11 minuti ha dato il minimo velo nel fotogramma n. 4 sottoesposto (il n. 5 era interamente trasparente). Con ciò e stato constatato il limite disfruttamento della sensibilità. Le successive prove, con serie di fotogrammi uguali, sviluppate via via con durale di 10 - 9 - 8 - 7 minuti e con sviluppatore diluito 1 : 1 hanno indicato che lo stesso velo minimo (fotogramma n.5 interamente trasparente) si ottiene con la durata disviluppo di 9 minuti. E' dunque stato constatato che sviluppando 9 minuti con il bagno diluito si ottengono gli stessi risultati che si hanno con bagno normale sviluppando 7 minuti.


Nota:


E' oltremodo importante ricordare che da una certa durata di sviluppo in poi il prolungamento di questa non apporta nessun aumento dello sfruttamento della sensibilità. Il fotogramma successivo a quello del minimo velo di annerimento rimane invariabilmente trasparente. Con l'eccesso di prolungamento della durata continua invece a crescere il contrasto di annerimento, cioè la differenza di annerimento tra un fotogramma e l'altro (ciò che erroneamente potrebbe far pensare a un ulteriore sfruttamento della sensibilità). Dopo aver constatato con la prova predetta quale sia la durata di sviluppo minima per il totale sfruttamento delta sensibilità ogni ulteriore prolungamento di questa si riferisce al contrasto che si vuole ottenere. Si constata, ad esempio, che la prova indica in 9 minuti la durata minima di sviluppo necessaria per non sacrificare la sensibilità. Però con questa durata il contrasto viene considerato troppo basso (che tuttavia potrebbe essere utile in molte circostanze, ad esempio con soggetti con forte contrasto d'illuminazione). Quindi, dalla durata di 9 minuti in poi si può sviluppare quanto si vuole per ottenere il desiderato aumento di contrasto degli annerimenti. La durata sperimentata minima di 9 minuti è la garanzia basilare che consente di evitare perdite di sensibilità. La conoscenza della durata necessaria minima di sviluppo e di fondamentale importanza per tutte le pellicole e per tutti gli sviluppalori. Gli eventuali eccessi producono un aumento del contrasto e rendono i negativi meno facilmente stampabili. Ma non sono definitivamente perduti. I difetti, invece, che producono assenza di formazione dell'immagine, non sono in nessun modo ricuperabili.