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d.r.fotografia b&w photography by moreno bacciotti

La carta fotografica

La carta fotografica
Formati e sensibilità
Caratteristiche
I formati della carta Ilford variano dal 10x15 al 50x60
La caratteristica comune a tutte le carte fotografiche è l'emulsione a base di cristalli di alogenuro d'argento sensibili alla luce, che lo sviluppo tramuterà in argento metallico dando così vita all'immagine positiva delle stampe. La differenza di base tra i due principali tipi di carte sensibili - le politenate (RC=resin coated) e le baritate (FB=fiber base) - riguarda il supporto. Quello delle baritate è di carta, quello delle politenate è di materiale plastico, o prodotto con speciali resine. Le carte RC sono le più economiche. Richiedono un lavaggio molto breve e non si incurvano durante l'asciugatura. Alcune carte politenate nella cui emulsione è già incorporato un agente rivelatore, sono l'ideale nei casi in cui sia necessario un trattamento estremamente rapido. Dal canto loro, le carte baritate consentono stampe di qualità superiore. Va comunque detto che il divario qualitativo tra i due tipi è andato notevolmente diminuendo in questi ultimi anni; ciò nonostante, chi vuole raggiungere risultati di un certo livello artistico continua ancora ggi a stampare su carte baritate. riservandosi di utilizzare le politenate per la stampa di provini o per immagini da fornire a quotidiani e a periodici. Un eterno motivo di disputa divide gli addetti ai lavori circa il tipo di carta più duraturo nel tempo.
A parità di trattamento in fase di sviluppo e di condizioni ambientali di conservazione, la carta baritata dura più a lungo di una politenata. Ma se entrambi questi parametri dovessero essere presi sottogamba, sia le une che le altre avranno vita breve.

Carta Efke prodotta a Zagabria. E' la più economica e dà ottimi risultati.

Sensibilità Così come le pellicole, anche le carte da stampa hanno una loro specifica sensibilità alla luce. I valori di sensibilità secondo la scala ANSI (Arnerican National Standards Institute) vanno da 1 a 1000; a numero più alto corrisponde una maggiore sensibilità. In linea di massima, e sempre secondo la scala ANSI, le carte da stampa di sensibilità basso-media sono comprese tra i valori 25 e 125; quelle di sensibilità elevata tra 200 e 500. E' bene orientarsi su bassi valori di sensibilità per lavori di camera oscura a livello amatoriale che. molto spesso, richiedono interventi manuali di vario genere (mascheratura, bruciatura, impiego di filtri diffusori, ecc.). Le carte molto sensibili sono invece più adatte ai laboratori professionali. La sensibilità può variare tra più tipi di carta di una stessa marca, a seconda del loro grado di contrasto. Ultimamente, comunque, grazie agli enormi progressi tecnologici del settore, differenze di questo tipo sono state notevolmente ridotte.

Carta Ilford Multigrade

Formati La maggior parte delle carte sensibili si trova in commercio nei formati 10x15, 13x18, 18x24, 24x30, 30x40, 40x50, 50x60cm. Quelli con cui più spesso avrete a che fare sono il 18x24cm ed il24x30cm

Peso Esistono carte di differente peso e. quindi, di diverso spessore. Le carte baritate più diffuse sono quelle leggere o extraleggere, utilizzate entrambe sia in campo amatoriale che professionale. La maggior parte delle carte politenate sono, invece, di peso medio e sono più adatte a sopportare senza rischi l'agitazione durante lo sviluppo. Quelle di minor peso sono le più costose.

Contrasto Come già accennato, il contrasto è il rapporto esistente tra le varie tonalità (bianchi, neri e grigi) di un'immagine. Una delle più interessanti possibilità offerte dalla camera oscura consiste nel poter intervenire sul risultato finale di una stampa alterandone il grado di contrasto, sia impiegando carte di differente gradazione (carte a contrasto fisso), .sia ricorrendo a carte a contrasto variabile ed al contemporaneo uso dei relativi filtri.
Negativo stampato su carta di gradazione 1.
Gradazione 1

Ci si avvale di chiesta tecnica quando si debbano neutralizzare eventuali imperfezioni nella scala tonale di un negativo, oppure per esprimere la propria creatività. Nel primo caso, e sempre entro certi limiti, potrete rendere più leggibili i dettagli di un negativo sottoesposto, ricorrendo ad una carta molto contrastata. Qualora, invece, alcune sue zone fossero "bruciate", cioè eccessivamente sovraesposte,
una miglior riproduzione dei dettagli sarà ottenibile senza complicate operazioni di mascheratura, ma più semplicemente ricorrendo ad una carta più morbida (meno contrastata).
Passando al campo della creatività, anche questa volta potrete giungere a differenti interpretazioni della stessa immagine semplicemente giocando con il contrasto.

Gradazione 2 Negativo stampato su carta di gradazione 2.

Pensate, ad esempio, alla diversità di impatto emozionale esistente tra un panorama o un ritratto stampati in modo molto morbido, a basso contrasto, e le stesse immagini realizzate con un contrasto violento. Non va però ignorato il fatto che, se da un lato una stampa ad alto contrasto fornisce un'immagine più brillante, dall'altro evidenzierà maggiormente i granuli di argento metallico dell'emulsione negativa, con conseguente aumento della granulosità.
Il poter giungere ad un perfetto controllo di questa tecnica vi farà sentire sempre più padroni di tutta la materia. La soddisfazione ed il piacere elle ne ricaverete aumenteranno in proporzione.

La carta sensibile di tipo tradizionale è disponibile in varie gradazioni di contrasto contraddistinte da una serie di numeri: da 0 a 5. Le gradarioni di contrasto medio, quelle più comunemente usate, sono la 2 e la 3 da preferirsi di volta in volta, in base al tipo di illumina/ione dell'ingranditore e alla qualità del negativo. Alla carta 0 la più morbida in assoluto, si contrappone il massimo contrasto della 5. Si ricorre più raramente alle grada/ioni 1 e 4. adatte a negativi particolari o a particolari interpretazioni.

Negativo stampato su carta di gradazione 3. (la più usata )
Gradazione 3


Lavorando con carte di questo tipo, quelle cioè contraddistinte dalla serie di numeri appena descritta potrete leggermente alterarne il valore nominale sviluppandole con differenti tipi di rivelatori, variando le diluizioni di sviluppo o ricorrendo, a seconda dei casi, ad ingranditori con testa a luce condensata o a luce diffusa. Questi accorgimenti vi consentiranno di ottenere un contrasto di circa 1/2 grado maggiore o minore rispetto a quello specifico della carta in uso.
Va notato che a parità di gradazione, si possono raggiungere all'atto pratico risultali leggermente differenti stampando su carte di marche diverse. Non solo, ma differenze analoghe si riscontrano a volte tra partita e partita di una stessa marca, sia per una non sempre assoluta costanza di produzione a livello di emulsione, sia per una diversa data di fabbricazionesia. infine, per non sempre identiche condizioni ambientali nei locali di stoccaggio del fabbricante. Tutto ciò non è, però, così problematico come potrebbe sembrare; l'interessante è essere consapevoli che si possono verificare varia/zioni di questo tipo, mai co
munque superiori al mezzo grado in più o in meno.

Negativo stampato su carta di gradazione 4.
Grdazione 4

Le carte a contrasto variabile rappresentano l'alternativa, oggi molto diffusa, a quelle a contrasto fisso.
Una stessa emulsione a contrasto variabile offre infatti una ininterrotta .serie di valori corrispondente a tutta la gamma (da 0 a 5) delle carte tradizionali. Sono caratterizzate da una emulsione in due strati, ognuno dei quali e sensibile ad un diverso colore della luce.
Lo strato sensibile alla luce blu fornisce un contrasto maggiore, mentre quello sensibile alla luce verde darà immagini più morbide.
I filtri VC, essenziali in questo tipo di stampa, interesseranno - a seconda del loro colore - l'uno o l'altro strato dell'emulsione, consentendo la scelta del grado di contrasto di volta in volta più indicato. Disponibili con o senza montatura, sono di facile impiego con ingranditori di qualsiasi tipo.
Per quanto riguarda il loro colore, si ricorrerà alla serie dal giallo pallido all'arancio per ottenere stampe a basso contrasto; la serie magenta, in tutte le sue gradazioni, per un contrasto più elevato. In linea di massima, ad ogni gradazione di colore corrisponde un differente risultato;
l'intera gamma dei valori procede di mezzo grado in mezzo grado: 0, 0.5, 1, 1.5, 2, 2,5 e così via. Stampando con un ingranditore a luce

Gradazione 5 Negativo stampato su carta di gradazione 5.

fredda si dovrà usare un filtro compensatore (C0 digradazione 40Y (giallo), dal momento che la luce blu di un ingranditore di questo tipo tende, già di per sé, a contrastare molto. Stampando su carte VC senza l'impiego di filtri e con un ingranditore a luce condensata, il contrasto sarà equivalente alla gradazione 2 della carta a contrasto fisso; corrisponderà alla 3, lavorando con ingranditore a luce fredda e senza il filtro CC 40Y. Sono indicazioni approssimative, dal momento che, molto, dipende dal tipo di carta in uso.
Lavorando con ingranditori dotati di testa colore ed agendo sui loro filtri dicroici giallo e magenta a regolazione continua di densità, otterrete dalla carta VC infinite gradazioni di contrasto. Le istruzioni allegate a molte confezioni riportano tabelle e grafici relativi all'impiego dei liltri.
L'aspetto più interessante delle carte VC e che basta acquistarne un pacco alla volta per avere a disposizione una vastissima gamma di livelli di contrasto. Non solo, ma potrete fare ancora di più; ottenere, ad esempio, due differenti livelli sulla stessa stampa.

Flexicon: carta a gradazione variabile che offre un eccezionale resa tonale, di peso medio, ricoperta in polietilene, la troviamo in 4 superfici: lucida, semimat, perla,perla a tono caldo.

Superficie La carta sensibile è prodotta con superfici di diverso tipo. Sia le carte politenate che quelle baritate possono essere lucide, semimatt e matt. le più utilizzate nella maggior parte dei casi. Ve ne sono però anche di satinate, perlinate, filigranate ecc. Per quanto riguarda le superfici lucide, questa caratteristica - nel caso delle carte politenate - si manifesta automaticamente e in modo perfetto durante la semplice asciugatura all'aria.
Per le carte baritate è invece, necessario un particolare tipo di asciugatura per ottenere una superficie veramente lucida: si debbono infatti utilizzare speciali essiccatrici elettriche dette smaltatrici, dotate di una piastra cromata, da pulirsi perfettamente di volta in volta e sulla quale verrà fatto aderire il lato emulsionato della carta: il calore completerà l'opera. Si otterrà invece una superficie semi lucida procedendo ad una semplice asciugatura all'aria.

Le carte matt, se da un lato si prestano in modo particolare ad una eventuale colorazione a mano o ad altri trattamenti successivi alla stampa grazie alla loro superficie perfettamente opaca, dall'altro - proprio per la stessa loro specifica opacità - danno luogo ad immagini molto meno vive. Sono da preferirsi per ritratti e panorami di tipo particolare, così come in molti altri casi dove una differente superficie non sarebbe altrettanto indicata. Per ultimo, carte a superficie mista, dove cioè il lucido sia abbinato ad una trama di vario tipo. sono consigliabili per il ritratto o per immagini che dovranno poi essere colorate a pastello.

Tonalità Benché molti siano convinti che la stampa in bianconero sia nel senso più stretto dei termini una questione di bianchi, di grigi e di neri, oggi sono

Carta al bromuro della Ilford.

in commercio carte sensibili adatte a produrre tonalità o intonazioni differenti: da quelle neutre e calde tendenti al giallo-ambra, a quelle fredde tendenti all'azzurro.Le prime hanno un supporto color bianco crema, le seconde, invece, bianco puro o bianco ghiaccio. La Kodak Ektalure e l'Agfa Portriga sono carte a tono caldo, mentre la Kodak Elite, la Ilford gallerie e la IIford Multigrade FB, a tono freddo. Sia in un caso che nell'altro, i risultati possono essere in qualche misura modificati durante il trattamento.Per comprendere pienamente come le varie tonalità di una stampa possano creare un particolare, ben preciso impatto emotivo, non dovrete far altro che stampare un panorama, uno scorcio della vostra città, un ritratto, uno still-life prima su carta a tono caldo e poi a tono freddo. Tutto questo, per dimostrare la validità del presupposto per cui la tonalità di una carta può valorizzare o deprezzare un'immagine. La scelta è senz'altro determinata da criteri soggettivi ed è bene effettuarla solo dopo aver provato tutte le varie possibilità: agendo in modo diverso, porremmo un limite alle nostre possibilità espressive e creative.
Latitudine di posa e di sviluppo Dal momento che lavorerete con carte sensibili di diversi tipi, dovrete arrivare ad una perfetta conoscenza di come queste rispondano in modo più o meno differente sia in esposizione die in sviluppo.
Dal momento che l'esposizione in fase di stampa è il risultalo di una combinazione tempo/diaframma e poiché la durala del tempo di esposizione è comandata dal timer, questa fase ricorda da vicino la funzione dell'otturatore di un apparecchio fotografico. E così come avviene al momento di esporre una pellicola, anche lavorando all'ingranditore potrete scegliere, ad esempio
, un'esposizione di 10 secondi con diaframma f/8, oppure un'altra, assolutamente equivalente, di 20 secondi con diaframma f/11.Per stampare negativi di media densità, e quindi con tempi di esposizione non eccessivamente lunghi, questo metodo di esposizioni equivalenti va benissimo. Vi verrà quindi spontaneo applicarlo anche con negativi molto densi (sovraesposti) o molto leggeri (sottoesposti). Vediamo cosa succederebbe in questi casi. Supponiamo che un negativo piuttosto denso richieda un'esposizione di 60 secondi con f/11: per abbreviare il tempo, potreste preferire 30 secondi con f/8. Ma come le pellicole. molte carte sensibili sono soggette al difetto di reciprocità: questo significa che il sistema delle esposizioni equivalenti, nel caso di tempi di posa molto lunghi o estremamente corti, non è più valido dal momento che porterebbe inevitabilmente a sotto o sovraesposizioni. Nel caso in cui le istruzioni allegate alle confezioni della carta sensibile prevedano situazioni di questo tipo ed indichino le percentuali
di correzione dei tempi di esposizione, attenetevi ad esse. In caso contrario, solamente un po' di pratica potrà aiutarvi.
La sensibilità dell'emulsione di una carta da stampa può variare in base al grado di contrasto. Se, ad esempio, una carta a contrasto variabile dovesse richiedere 10 secondi di esposizione per fornire un livello di contrasto 2, per ottenere una stampa di identica densità a parità di apertura di diaframma, ma con un contrasto di livello 4, si renderà necessario un tempo di circa 15 secondi. Questo e ovviamente un esempio ipotetico.Le differenze di sensibilità più notevoli si verificano, di solito, lavorando con valori d icontrasto di 3,5 o 4 gradi, ma anche in questo caso la situazione può variare sensibilmente da tipo a tipo di carta. Sempre parlando in linea di massima, da zero gradi a tre gradi e mezzo di contrasto, qualsiasi carta richiede la stessa esposizione, mentre valori più alti possono rendere necessario esposizioni maggiori di uno o due stop per ottenere una stampa di densità equivalente. Molte carte a contrasto fisso si comportano alla stessa maniera; emulsioni tra loro differenti per gradazione, purché della stessa marca e della stessa partita, richiederanno tempi di esposizione uguali o estremamente simili, sempreché di gradazione medio-bassa. A gradazioni più elevate corrisponderanno esposizioni più lunghe. Ricordate, in ogni caso, che simili inconvenienti sono già stati eliminati o sensibilmente ridotti in molte delle più recenti carte sensibili.
Ilford Multigrade


Le carte, così come le pellicole fotografiche, hanno una loro più o meno ampia latitudine di posa, cioè una maggiore o minore capacità di offrire buoni risultati in sottoesposizione e in sovraesposizione.
Esiste, però, anche una latitudine di sviluppo, cioè l'attitudine di un'emulsione a sopportare più o meno bene eventuali errori in questa fase del trattamento.

La latitudine di posa e quella di sviluppo sono strettamente correlate tra loro. In alcuni casi, per ottenere una stampa di giusta densità, potrete semplicemente ridurre di poco il tempo di esposizione e sviluppare più a lungo, anche se non tutte le carte sono così tolleranti. Alcune, infatti, possono richiedere un aumento del tempo di sviluppo oltre i due minuti normalmente raccomandati; altre ancora non solo non subiscono miglioramenti protraendo la loro permanenza nel rivelatore, ma giungono addirittura a mostrare un inizio di velo chimico.
Per concludere, ricordate che sia il tipo di rivelatore usalo, sia la stessa percentuale di diluizione possono influenzare i risultati.
Potrete quindi modificare entro certi limiti il contrasto di una stampa usando un rivelatore più o meno diluito, così come potrete alterarne leggermente - in certi casi nettamente - l'intonazione usando rivelatori a tono freddo o a tono caldo. Utilizzando infine rivelatori morbidi (in grado di ridurre il contrasto di circa mezzo grado) unitamente ad un normale rivelatore, riuscirete ad aumentare notevolmente la resa dell'intera gamma tonale di un'immagine evidenziandone qualsiasi più piccolo dettaglio.

Carta Ilford Ilfospeed gradazione 3 la più usata.

La giusta carta per ogni soggetto Non esistono formule ne regole esatte per stabilire quale tipo eli carta meglio si adatti adogni immagine.
La scelta dipenderà dalla vostra sensibilità, dall'accoppiamento carta/soggetto che sentirete più adatto, più adeguato caso per caso.
Ad un lavoro commerciale - ad esempio foto pubblicitarie dei più disparati prodotti o immagini destinate ad un giornale - meglio si addicono carte baritate di peso leggero o politenate di medio peso, entrambe a superficie lucida.
Le stesse vanno bene anche per prove di stampa e per i provini a contatto, cioè per stampare su un unico foglio tutti i fotogrammi di una stessa pellicola. Al basso costo di entrambe, va aggiunta la grande facilità e sensibilità di asciugatura delle politenate. La superficie lucida è, poi, la scelta ideale quando sidebbano realizzare riproduzioni di disegni, di documenti, di fotografie, e simili.
Benché i ritratti possano essere realizzati su differenti carte e sempre con ottimi risultati, alcuni preferiscono quelle di tonalità leggermente calda, per meglio creare un feeling tra il soggetto e chi osserverà la fotografia. Le tendenze stilistiche odierne sembrano, invece, preferire stampe a tono freddo. Se dovrete riprodurre vecchie foto, del tipo di quelle che si conservano negli album di famiglia, una carta ad intonazione calda è sicuramente la più appropriata, specie se avrete deciso - a sviluppo ultimato - di procedere ad ulteiori elaborazioni tonali o ad una coloritura a mano.
Anche i panorami possono essere trattati in vari modi. Se da un lato una tonalità calda può essere spesso preferibile, date un'occhiata alle stampe di Ansel Adams: la maggior parte delle quali sono stampate con carta a tono freddo. Le tonalità calde, al contrario. si addicono molto bene anche a riprese di still-life. A giudizio di molti, la carta a tono freddo contribuisce perfettamente a conferire alle immagini un'atmosfera particolarmente moderna, mentre le tonalità calde creano un alone di romanticismo, un senso di nostalgia.
Superato il primo impatto con la stampa, non è da escludere che vi venga il desiderio di prendere sempre più padronanza con il contrasto, con i suoi effetti sulla resa di un'immagine, lavorando con carte a contrasto variabile e filtri. E non appena vi sentirete sufficientemente padroni della materia, acquistate un pacco di carta tipo Fine Art come la Ilford Galerie o la Kodak Elite per rendervi conto di persona di quanto, con la sua ricchezza tonale, sia in grado di aggiungere un tocco di professionalità ai vostri lavori.