contrasto drammaticamente alto o armoniosamente basso?Come sono
le ombre? Profonde e chiuse, oppure ricche di dettagli ancora leggibili? La luce di quell'opera è
reale, credibile come fedele riproduzione di una realtà o non vi sembra piuttosto frutto di elaborazioni dettate da particolari e forse effimeri stati d'animo
del momento? Esistono anche tanti validi libri, tante monografie in grado di mettervi in contatto con il lavoro e lo stile di altrettanti famosi fotografi, ma
non c'é nulla di più valido dello studio diretto di una vera fotografia.
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Composizione dell'immagine
Una delle basi della fotografia è la composizione dell'immagine. Certo è che, in ripresa, non sempre è possibile inquadrare nel modo migliore. Può darsi,
infatti, che non vi possiate avvicinare troppo al soggetto o che alcuni elementi che noterete solo al momento di analizzare il provino di stampa danneggiano l'insieme
dell'immagine. Sono questi i casi più comuni in cui il "taglio", trovando il fotogramma nel fotogramma , vi darà una mano. Questa soluzione può
aiutarvi a salvare tante foto esteticamente poco valide. Potrete decidere il "taglio" migliore sia studiando i provini a contatto sia seguendo in un primo tempo una stampa a pieno
formato e, poi, spostando su di essa le due cornici del marginatore fino ad ottenere la giusta composizione e scoprendo, spesso, alcune inquadrature veramente
interessanti. Una volta deciso, segnate con un pennarello i margini dell'inquadratura
per vedere se il taglio prescelto sia proporzionale al formato della carta. Potreste anche costruirvi delle particolari sagome, praticando su un foglio di cartone nero finestre di forme
e dimensioni che determineranno le dimensioni della stampa finale. Uno dei vantaggi di questa tecnica è che apre le
porte all'originalità: Non esiste, infatti, ragione alcuna per lasciarsi condizionare dai convenzionali formati. Il 10x15 cm., ad esempio, pur non facendo sfigurare neppure le
foto più belle, rimane sempre uno dei più comuni. Accertatevi, in ogni caso, che il taglio valorizzi realmente il soggetto e che non porti, invece, ad un'inquadratura d'effetto
fine a sé stessa. Ecco perché imparare a stampare da soli porta inevitabilmente a fotografare meglio.
Una volta asciutta, la pellicola sarà tagliata in spezzoni da quattro, cinque o sei fotogrammi ognuno, a seconda del formato, del tipo di portanegativi e del provino a contatto
che si intende realizzare. Poichè lo spazio tra un fotogramma e l'altro può talvolta essere minimo, bisogna eseguire il taglio con molta attenzione. Un piano luminoso può rendere più semplice questa operazione. Per realizzare un provino a contatto, disponete gli spezzoni di pellicola - emulsione
verso il basso - sulla superficie emulsionata di un foglio di carta sensibile. Bloccate il tutto con una lastra di vetro in modo che i negativi, a stretto contatto
con la carta, diano luogo a immagini assolutamente nitide.
contrasto
variabile. Disponetela sul marginatore e coprite con
il cartoncino opaco l' 80% della superfivie. Esponete ora per impressionare il primo settore
lasciato scoperto. Ad esposizione ultimata fate scorrere dolcemente il cartone evitando che il marginatore possa spostarsi; scoprite la carta sensibile per un ulteriore 20%ed
esponete nuovamente per i soliti 3 secondi. Continuate in questo modo finché l'intera superficie non sarà esposta. Spostate il cartone lungo la superficie della carta per ottemere
almeno 5 differenti livelli di esposizione. Nel nostro caso, di 3, 6, 9, 12, 15 secondi. Procedete poi al
trattamento - sviluppo, arresto e fissaggio - ed un lavaggio finale di uno o due minuti. Una volta ottenuto un provino esposto correttamente, cominciate a studiarne i vari settori
alla ricerca di quello che, a vostro giudizio, abbia fornito i migliori risultati: brillantezza dell'immagine, esposizione, grado di contrasto. Per riassumere, ogni volta che esaminerete un provino appena stampato dovrete controllare se quel certo tempo e quella certa apertura di diaframma hanno prodotto una
stampa esattamente esposta, oppure troppochira o troppo scura; se la gradazione della carta a dato vita a un' immagine di giusto contrasto o se il risultato non sia invece
eccessivamente morbido o troppo duro.
Negativo di partenza
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Copia esposta senza interventi:
Il fogliame è troppo scuro. Il cielo è troppo chiaro. Il paesaggio è chiaro bisogna eseguire una bruciatura.Nella zona bassa si
sceglie esposizione e contrasto della carta: 9 sec. a f/11, carta gr. 2
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Mascheratura:
Protezione mediante mascheratura con la mano per 4 secondi durante la prima
esposizione. Nuova esposizione:
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Esposizione supplementare di 9 secondi sul paesaggio e sul cielo.
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sottoesposizione di una limitata zona dell' immagine; ad esempio, un soggetto ripreso in forte controluce su uno sfondo molto illumunato, a schiarire un volto parzialmente
oscurato dall'ombra troppo netta della falda del cappello o, più in generale, ad evidenziare il disegno delle ombre più profonde. Queste sottoesposizioni che si individuano
facilmente sul negativo per la loro densità inferiore a quella generale, si tradurrebbero su carta,con un normale procedimento di stampa, in neri più o meno marcati e
assolutamente illeggibili. La mascheratura eviterà inconvenienti du questo genere facendo giungere sull' emulsione una minore quantità di luce proprio in corrispondenza delle
zone sottoesposte. L'accessorio che ci consente un lavoro accurato è un piccolo ritaglio di cartoncino nero fissato all' estremità di un sottile filo di ferro; sottile, perché
altrimenti la sua proiezione sulla carta rischierebbe di venir registrata in modo evidente. Abituatevi ad imprimergli continui piccoli spostamenti alternativamente verso l'
alto e verso il basso in modo da sfumarne l' ombra, evitando così una sua nitida riproduzione. Fornitevi di un buon
assortimento di cartoncini di varie dimensioni e forme per poter scegliere di volto in volta quella più adatta.
sovraesporre leggermente ed in modo
graduale i bordi di una stampa per farli apparire appena più scuri rispetto alla zona centrale o per correggere ampie zone di un' immagine, come un cielo troppo chiaro. Altri
esempi sono le riprese d' interni dove la violenta luce di una lampada contrasti spiacevolmente con la generale penombra dell' ambiente, riflessi di oggetti metallici, cieli
particolarmente sovraesposti rispetto ai primi piani. La tecnica della bruciatura con le mani ricorda da vicino il gioco delle ombre cinesi,
per cui non vi ssarà difficile capire quante possibilità, quali varietà di sagome avrete a disposizione senza limitazione di forma o di grandezza. Il sistema più comune è quello del cartoncino nero forato al centro. una volta individuata l' area da bruciare, praticate nel cartone un apertura di forma e dimensione
adeguate e disponetelo tra l' obiettivo e la carta sensibile, in modo che la luce - attraverso l' apertura - vada a colpire la zona interessata. Più il cartone sarà tenuto alto
più ampia sarà la proiezione luminosa sul piano di stampa. antenetelo in costante, leggero movimento per sfumare al massimo i contorni della bruciatura e per assicurare un
passaggio tonale il più graduale possibile.
Bruciatura: Le due zone a sinistra sono ancora troppo chiare
e richiedono sulla copia finale un ulteriore aumento dell'esposizionedi 36 sec.
che viene eseguito mediante bruciatura con la mascherina. Questa zona è ancora troppo chiara, si eseguirà un ulteriore esposizione di 9 sec. nella copia finale.Ulteriore esposizione di 9 sec. sul cielo, proteggendo con la mano la zona
sottostante.
carta con l' emulsione rivolta verso il basso - nel rivelatore facendo in modo che ne sia interessata l' intera superficie, o direttamente, con le mani protette dai guanti.
imprimete alla bacinella una continua oscillazione, in modo che la carta non rimanga mai ferma e la sua emulsione venga in contatto con il rivelatore sempre fresca. Sarebbe
sbagliato mantenere in movimento la carta agitandola con le pinze: non c'é nulla di più fragile, di più delicato, di un' emulsione bagnata. Al termine dello sviluppo
(circa 2 min. per le baritate ed 1 min. per le politenate), togliete la carta dal rivelatore, lasciatela
sgocciolare ed immergetela nel bagno d' arresto mantenendola - come prima - in movimento. Dopo 10 o 15 secondi trasferite la carta nel
fissaggio, previo il solito
sgocciolamento. Il fissaggio dovrà durare circa 1 minuto, quindi un minuto di lavaggio in acqua corrente. Asportate poi, con il taglio della mano o una spatola di gomma, l' eccesso d' acqua. Dopo aver riposto nella sua confezione la carta
sensibile non utilizzata, accendete la luce e analizzate con cura i vari settori del provino. Una volta trovata l' esposizione giusta ed accertato che il grado di
contrasto sia anch' esso giusto, procedete ad una stampa di lavoro che vi
permetterà di capire se entrambi questi fattori siano perfetti sull' intera superficie dell' immagine o se, invece, non debbano essere ottimizzati con interventi locali di
mascheratura o bruciatura. Ora che avete studiato la stampa di lavoro potrete procedere alla stampa effettiva.
La stampa del
negativo morbido: E'caratterizzato da un basso contrasto dovuto alle condizioni d' illuminazione del soggetto al momento della
ripresa, oppure a sottoesposizione e/o sottosviluppo. Riprodurre su carta a basso contrasto un negativo morbido può valorizzare il delicato, quasi impalpabile aspetto di
particolari soggetti come panorami in una mattina nebbiosa. Ma per rispettare in pieno l' atmosfera originale ad un aserie di provini con cui stabilire la giusta
esposizione ed il più adeguato grado di contrasto. Pur volendo ammettere che anche il negativo più leggero possa contenere un buon numero di dettagli, una lunga esperienza
di camera oscura mi ha insegnato che per riprodurlo in modo appena accettabile è necessaria una lunga serie di provini, di analisi, di tentativi.
Vi accorgerete da soli che i problemi maggiori vi verranno dal disegno delle
ombre. Per salvare il grosso dell' immagine dovrete infatti sacrificare i grigi che slitteranno inevitabilmente verso il nero, anche se talvolta ne potrà valere la pena.
Vi invito, quindi, a ricordare nuovamente che, alla base di una buona stampa, c'é sempre una corretta esposizione in ripresa ed un esatto trattamento di
sviluppo.
tirata sottoesponendo in ripresa e prolungando lo sviluppo, oppure per un trattamento sbagliato. Per ottenere il meglio da un simile
negativo, dovrete ridurre il forte sbilanciamento della scala tonale stampando su carta a basso contrasto come la carta 1 o
la 0 . Si avrà, così, una buona resa
delle alte luci senza sacrificare troppo le zone di minor densità. Comunque, dovrete ricorrere a qualche limitato intervento di bruciatura in modo che la resa delle zone più
chiare non vada a scapito delle ombre.
Per aumentare il contrasto:
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Per ridurre il contrasto:
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Controllo del contrasto
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stampare su carta ad alto contrasto
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servirsi di carte a basso contrasto
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ricorrere a filtri di gradazione elevata nel caso si stampi su carta a contrasto variabile
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con carta a contrasto variabile, impigare fitri di bassa gradazione
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stampare con ingranditori a luce condensata
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preferire ingranditori a luce diffusa
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servirsi di rivelatori molto concentrati
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sviluppare con rivelatori morbidi, come il Selectol Soft della KODAK
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sviluppare a temperature superiori a quelle raccomandate
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diluire il rivelatore molto più del normale
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aumentare l' energia del rivelatore con appropriati additivi chimici
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La temperatura del
rivelatore: E' uno degli elementi più
importanti dell' intero trattamento di sviluppo sia delle pellicole che delle carte, anche se, nel primo caso, influisce in modo più determinante; una variazione anche di
pochi gradi porta infatti a risultati sensibilmente diversi. Un assoluto rispetto per la temperatura è essenziale già al momento della preparazione. Nessun rivelatore in
polvere riuscirà a sciogliersi perfettamente in acqua a temperatura inferiore ai 38G. centigradi: solo a 45G. centigradi si raggiunge la temperatira ideale. Una eventuale
inperfetta soluzione si noterà facilmente per un aspetto fioccoso. Dunque, il vantaggio dei prodotti in forma liquida concentrata è proprio quella di non presentare
problemi del genere. I rivelatori per carte danno i migliori risultati ad una temperatura di 20 G.
centigradi. Soluzioni più fredde causano neri troppo deboli e
impastati; ovviare a quest' inconveniente con una carta più contrastata danneggerebbe altri livelli della scala tonale. Per contro, una temperatura troppo elevata provoca una repentina formazione dell' immagine con alte luci grigie ed un inizio di velo; una stampa irrimediabilmente
danneggiata. Benché i 20G. centigradi rappresentino la temperatura ideale, c'é chi sviluppa a 27G. centigradi
per ottenere neri più profondi. Non è sempre facile lavorare alla giusta temperatura, specie se l' estate è particolarmente
calda o l' inverno piuttosto rigido. Si può allora ricorrere all' economicissimo bagno maria o al più costoso e complesso sistema di
termostatazione della bacinella di sviluppo.
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